Alberto Ghirardello

All’interno della pubblicazione Nome proprio di cosa, curata da Alessi e Parole in Gioco, compariva un concorso con il quale si veniva invitati a dare un nome proprio di fantasia ad alcuni oggetti di produzione Alessi identificati dalla sola sigla, motivandolo con un breve racconto di poche righe: questo è il testo che ho scritto per motivare il nome Colt dato al macinapepe WA06 di Wiel Arets.





Piove.
Asciugo alcune gocce dal distintivo sul mio petto. Poso la mano sul rigonfiamento che la pistola crea sul mio impermeabile, mi da sicurezza sentirla. E’ un gesto scaramantico, lo faccio sempre, prima di un’operazione particolarmente pericolosa.
E questa lo è.
Ho inseguito di corsa il sospettato per tutto il quartiere e sono riuscito a scoprire dove si rifugia. Mi avvicino lentamente senza emettere alcun rumore.
La porta è aperta. Entro.
Silenzioso come un felino mi aggiro per le stanze buie, in fondo al corridoio filtra della luce da una porta semichiusa, forse la cucina, a giudicare dal buon odore di arrosto che si sente.
Entro in salotto:nessuno.
Proseguo. Sento un rumore provenire dalla stanza accanto. Trattengo il fiato e mi avvicino piano piano alla porta chiusa.
Un altro rumore.
Con il cuore che batte all’impazzata sfilo dalla fondina la mia fidata colt. Spalanco la porta. Il fuggiasco è lì, mi guarda e nei suoi occhi posso leggere la sorpresa e il terrore che lo pervadono. Svelto come un fulmine si porta la mano ai pantaloni, ma io sono più veloce.
Sparo.
Mi avvicino al corpo riverso a terra. Sento giungere da poco lontano una voce femminile: mi blocco. Guardo il cadavere, immobile con gli occhi spalancati… Prendo fiato e dico:
”Dai Marco, alzati… La cena è pronta, la mamma ci chiama”
“… e riportate qua quel macinapepe!”

Questo testo ha vinto il primo premio al concorso letterario Alessi – Cosa di nome…